1 maggio 2022, Arbedo
(Fa stato il testo parlato)
Care compagne, cari compagni
Grazie mille per l’invito a tenere un breve discorso al 20esimo primo maggio che festeggiamo qui ad Arbedo. È un Primo maggio difficile… Infatti non vedevo l'ora di festeggiare finalmente questa ricorrenza di nuovo con voi. Dopo due anni di pandemia, ce lo meritavamo. Non è andata così. Celebriamo questo Primo Maggio nel mezzo di una guerra insensata e brutale che non può lasciarci indifferenti.
Per questo motivo i sindacati hanno deciso di intitolare questo primo maggio “pace, solidarietà e dignità”. Tre valori fondamentali, nei quali come socialiste e socialisti non possiamo che identificarci. Tre concetti, ai quali a mio parere ne va aggiunto un quarto. Quello della speranza. Del perché il nostro impegno politico è necessario e può davvero fare la differenza – perché oggi, più che mai, ne abbiamo bisogno.
Viviamo in un mondo soffocato dal pessimismo e dalle cattive notizie; accompagnate da immagini di guerra, crisi e miseria. Immagini come quelle dell’Ucraina che fanno male solo a vederle. In Francia, oltre il 40% ha votato per la candidata dell’estrema destra Marine Le Pen, che è nota per essere un’ammiratrice di Putin e deve milioni a una banca del Cremlino.
Arrivando alla Svizzera, ci attende un anno – proprio quando ci stavamo rialzando dalla pandemia – in cui si prospettano aumenti record della cassa malati. A settembre voteremo sull’ennesimo tentativo della Destra di smantellare l’AVS facendo pagare il conto alle donne innalzando la loro età di pensionamento e allo stesso tempo alzando l’IVA senza un corrispettivo aumento delle rendite, con conseguenze per i bassi redditi. Per le persone più fragili. Sempre a settembre voteremo anche sull’abolizione dell’imposta preventiva sulle obbligazioni svizzere, un regalo fiscale ai grandi patrimoni e alle multinazionali che incentiva la criminalità fiscale. Questa è la politica della destra: ridistribuzione… ma dal basso verso l’alto! Chi ha già riceve ancora di più, chi ha poco deve fare ancora ulteriori sacrifici.
Guardando al Ticino, penso al mercato del lavoro precario che spinge giovani e meno giovani ad andarsene, al Mendrisiotto soffocato dal traffico, ma anche al pericoloso Decreto d’austerità di Morisoli che vuole smantellare lo stato sociale.
Gli esempi di cosa non funziona nell’attuale società, purtroppo, sono tanti. Sono troppi.
Ed è proprio di fronte a tutte queste ingiustizie che serve un bagliore di speranza. Che servono nuove idee e proposte. Che servono sogni e utopie.
I sogni e la politica. Due parole che non hanno nulla in comune, ci direbbero quegli esponenti politici che ci chiamano “buonisti”, perché siamo colpevoli dal loro punto di vista di volere un mondo più solidale e sostenibile.
Secondo me invece i sogni sono l’essenza della politica. O perlomeno, della nostra politica. Perché la politica non è solo la governance del presente e la realpolitik delle istituzioni, ma significa costruire assieme un futuro diverso.
Il diritto di voto per le donne, l’AVS, il congedo maternità, la tassazione progressiva dei salari. Una volta erano dei sogni, delle utopie. Ora – dopo anni di impegno di compagne e compagni, che non si sono arresi di fronte alle difficoltà – sono realtà. Non sono i realisti e i pragmatici a cambiare il mondo, ma i sognatori e le sognatrici. E io voglio essere parte di questo cambiamento… perché come tantissimi prima di me, anche io ho un sogno.
Sogno una società diversa, in cui ogni persona possa vivere in pace, con solidarietà e dignità. Una società nella quale non importa il tuo genere, il tuo orientamento sessuale, il colore del tuo passaporto e quanti soldi hai sul conto in banca. Una società in cui non ci sono muri, divisioni, guerre.
Una società in cui l’economia non mette al primo posto il profitto di una piccola élite, ma si orienta ai bisogni delle persone e dell’ambiente. Dove i frutti del lavoro vengono distribuiti equamente a chi li ha prodotti, e non intascati come dividendi da chi ha avuto la fortunata coincidenza di nascere in una famiglia privilegiata.
Una società in cui il tuo salario ti permette di vivere con dignità e il mercato del lavoro offre opportunità ai giovani, non escludendo allo stesso tempo le persone giunti agli ultimi anni della propria attività professionale.
E ora spiegatemi perché dovrebbe essere sbagliato avere sogni simili?
Perché dovrei accontentarmi di quanto abbiamo già raggiunto?
Perché vengo definita un’illusa?
Il motivo è semplice. Perché sognare è pericoloso per lo status quo; per l’immenso potere e la ricchezza di una piccola parte di persone... o meglio, di una piccola parte di uomini dovrei dire. Loro sono spaventati dai nostri sogni, perché sanno che sognare è l’inizio del cambiamento. Sognare fa sì che le persone si uniscano come noi qui oggi al primo maggio e che lottino per una società diversa.
Sognare è pericoloso – anche per i sognatori e le sognatrici stesse. Ce lo insegnano persone come Martin Luther King, i manifestanti di Black Lives Matter, dello sciopero per il clima e dello sciopero per le donne, ma anche le persone che attraversano il Meditteraneo sui gommoni o che fuggono dall’Ucraina.
Noi in Svizzera siamo fortunati. Da noi sognare è meno pericoloso, soprattutto per persone come me e la maggior parte di voi. Io non devo temere di venir espulsa dalla Svizzera se in seguito a un licenziamento ho bisogno di sostegno finanziario da parte dello stato; io non devo temere di venir aggredita fiscamente se in Parlamento denuncio le prassi da stato totalitario di Gobbi o la politica dei privilegi di Vittà. Altri sognatori e sognatrici – qui e soprattutto altrove – non hanno questa fortuna. Chi si oppone allo status quo e al regime rischia la repressione, la prigionia o addirittura la morte.
È quindi la nostra responsanbilità usare questa fortuna e impegnarci con ancora più determinazione per i nostri sogni. Care compagne, cari compagni
Abbiate il coraggio di sognare. E poi, abbiate la determinazione di lottare per i vostri sogni e la perseveranza di non arrendervi, perché assieme possiamo farli diventare realtà.
Grazie mille e buon primo maggio!